Intimidazione fascista a Reggio Calabria: distrutto il centro sociale "Angelina Cartella".

 

Fin dalle prime ore del mattino, la notizia ha fatto il giro del web con le prime attestazioni di stima in alcuni social network. In tarda mattinata la conferma da un dispaccio della Ansa: “Un incendio doloso ha distrutto il centro sociale 'Angelina Cartella' nel quartiere Pellaro a Reggio Calabria. Prima dell'incendio nella struttura sono state disegnate con della vernice di colore rosso delle svastiche. Successivamente gli arredi ed alcuni strumenti musicali sono stati cosparsi di liquido infiammabile ed incendiati. Le fiamme si sono poi propagate a tutta la struttura. L'incendio è stato spento dai Vigili del fuoco e dai Carabinieri che hanno avviato le indagini”. Evidentemente, da più tempo ormai, la Calabria intera subisce una regressione fascista e ciò trova, purtroppo, conferma a Reggio Calabria che per i Calabresi con un po’ di memoria storica non è solo la città col più bel lungomare d’Italia, ma anche quella del “Boia Chi Molla” la rivolta di destra nei primi anni Settanta guadagnò l’attenzione delle cronache nazionali relativamente alla scelta del capoluogo di Regione.                                                                                                                                                                                                   A chi da’ fastidio il centro sociale “Angelina Cartella”? Visitando il portale web della stessa associazione (https://www.csoacartella.org/), fra le cronache relative alle numerose attività culturali come quella, fra le più recenti,dedicata alla “Primavera Araba” ci si rende conto che il vile incendio è solo una delle ultime prepotenze subite.    Commentando i propri primi 10 anni di attività, festeggiati lo scorso 25 aprile, lo stesso centro sociale evidenziava come  in questi dieci anni ne abbiamo viste e subite tante, dagli attentati incendiari, ai raid vandalici, dalle svastiche vergate sui muri, ai manifesti inneggianti alla nostra morte. Azioni affatto piacevoli, ma di certo messe in conto quando abbiamo deciso di dar vita a questa esperienza. Azioni comunque la cui origine è stata sempre chiara. Oggi invece siamo costretti a denunciare una stranissima sequenza di fatti che purtroppo vedono protagonista il nostro spazio, una serie di piccoli “incidenti”, che visti singolarmente possono anche apparire sciocchezze, ma che così concentrati nel tempo rappresentano per noi un subdolo tentativo di intimidirci, di farci desistere, di far chiudere questa realtà. Stiamo parlando – si aggiunge - di azioni di sabotaggio di vario tipo, come la rottura sistematica di lampioni e plafoniere, la colla messa nei lucchetti, la devastazione dei rifugi della colonia felina, la rottura di vetri e diversi tentativi di effrazione. Fino all’ultimo triste caso, alla vigilia del Primo Maggio e della giornata di festa organizzata al Cartella, quando abbiamo ritrovato la porta della cucina completamente divelta, le scorte di cibo e bevande acquistate per l’iniziativa saccheggiate e anche parte delle attrezzature audio rubate”.  

 Capita così che relativamente all’incendio avvenuto la notte scorsa si può parlare come dell’ennesima cronaca di un fatto da tempo annunciato contro cui è necessaria la ferma presa di posizione non solo della cosiddetta società civile, ma anche da tutti coloro che devono garantire la democratica convivenza delle idee e delle posizioni ideologiche diverse. Anche alla luce di quelle svastiche e di quegli slogan che non hanno nessun diritto di vita in Italia che nella propria Costituzione ha sancito, troppe volte purtroppo inascoltata, il proprio antifascismo.  Fra le prime attestazioni di solidarietà, quella del coordinamento provinciale e regionale di Sinistra Ecologia e Libertà. “Con forza e con decisione lo diciamo anche oggi: noi stiamo con il Centro sociale “Angelina Cartella”. Non sappiamo bene – spiega la nota -  chi siano stati mandanti ed esecutori di ciò che è stato fatto ma è chiaro che chi stanotte ha distrutto il “Cartella” lo ha fatto credendo di poter bloccare un’esperienza decennale di impegno, attivismo, militanza. Dieci anni di battaglie politiche e sociali, uno spazio autogestito, libero, di confronto e di incontro, fucina di iniziative di solidarietà e baluardo di rivendicazioni a salvaguardia del nostro territorio. Uno spazio storico per Reggio – e non solo per Reggio – che evidentemente da fastidio a molti, scomodo per ciò che è, per le attività che conduce al suo interno e per ciò che rappresenta per la comunità reggina e calabrese. Ciò che è accaduto stanotte giunge al culmine di una serie di intimidazioni, danneggiamenti, furti e altro che il Centro ha subito negli ultimi mesi. Per questo   - si aggiunge -  condanniamo con forza l’atto criminale che ha distrutto il Centro Sociale “Angelina Cartella”, manifestiamo tutta la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne che da anni riempiono questo luogo di iniziative e attività e saremo a loro fianco, a fianco del Centro Sociale “Cartella”, nella battaglia di resistenza e ricostruzione di questo luogo, a partire dall’assemblea di oggi pomeriggio, alle 17.00, proprio al Parco “Cartella”. Lo faremo con tutte le forze a nostra disposizione, ricostruiremo il Centro “Cartella” pezzo dopo pezzo, non abbandoneremo mai questo presidio, non molleremo né ci faremo intimidire, manterremo in piedi tutte le iniziative già programmate nelle prossime settimane, non ci arrenderemo e continueremo con più determinazione, più uniti e più forti di prima. “Voi non potete fermare il vento, gli fate solo perdere tempo.” Francesco Rizza